venerdì 27 febbraio 2009

I Filistei di Sansone.

E' ormai ufficiale. Le fasi finali(?) della guerra santa della "santa madre" sono ormai in atto. Una guerra totale aperta nei confronti di chi, a qualsiasi titolo, ha stretto "alleanza" con lo scrivente. E se non si tratta di vera e propria alleanza definirei i rapporti con un laconico "patto di non belligeranza". Ciò dovendosi attendere alla mia età, alla mia maturità ed al, relativo, possedere le dovute cognizioni di causa sulle mie azioni. Napoleon "santa madre" si prepara a sferrare gli ultimi attacchi a colpi di cannone onde, temerariamente, sfondare delle inesistenti trincee. Ricreare l'inferno sulla terra l'obiettivo finale.
Devo ammettere che comincio a nutrire seri dubbi sull'esistenza di Essere Supremi, indi per cui, non vedo perchè credere ad un inferno ad Essi contrapposto.
I "non belligeranti" del caso sono, in primo luogo, delle persone a cui, penosamente, ho dovuto chiedere di essermi testimoni allorquando mi recavo a casa per stare con i miei gioielli - puntualmente non trovandoli -, in secondo luogo, e non da meno importanti dei primi, i miei parenti più stretti. Ai primi Napoleon "santa madre" ha tolto il saluto, fatti oggetto di chiacchiericcio (buon sangue non mente) e, nelle more, apertamente minacciati (non solo dalla "santa madre" in alcuni casi). I secondi sono stati, e lo sono ancora, oggetto di attenzioni particolari. Piccole, infantili, ripicche e puerili prevaricazioni vengono attuate con assidua sistemicità. Come, ad esempio, parcheggiare la macchina (della "santa") in modo di impedire l'accesso o, peggio, l'uscita delle auto riparate nel garage. Necessità, facendo i dovuti scongiuri, che potrebbe verificarsi attesa l'età pressochè ottuagenaria dei miei genitori. Per loro il verdetto emesso è senza appello. Rei di non aver "suffragato" le posizioni della "santa madre".
Si erano sentiti i primi tuoni di cannone allorquando la stessa "santa" ha proposto ricorso per il riconoscimento giudiziale attraverso il quale i miei genitori debbono sopperire al mio obbligo "alimentare". Ciò è avvenuto!
Ciò è avvenuto con una sentenza di discutibile qualità che avvalora, fra l'altro, tesi strampalate, note contraddittorie e contraddizioni lampanti poste a base del ricorso medesimo. A seguito di cotanta cosa si proponeva inpugnativa avverso tale briosa (nelle more) interpretazione guirisprudenziale.
Oggi, invece, tocca all'artiglieria provvedere a far breccia nella pseudo-trincea. Ieri, infatti, si sono presentati i Carabinieri al domicilio dei miei genitori, convocandoli, per oggi 27/02/2009, in caserma per la notifica di una querela. Non è, davvero, difficile immaginare quale sia il contenuto della querela - mancato versamento degli "alimenti" (nda) -. Ormai la "santa" è prevedibile. A questo punto più di un inferno in terra, io credo che si tratti di una vera e propria persecuzione giudiziaria a tutti i livelli. Persecuzione non è uno di quegli spopositi che si sentono di tanto in tanto, è, un'amara, verità!
In primis perchè la sentenza di cui innanzi non è munita di provvisoria esecutività; In secundis perchè contro la stessa pende, ormai, giudizio di opposizione. A tanto concorre un'altro motivo. In un mio post precedente, scrivevo del lavoro che svolgo per tirare su, almeno, gli "alimenti". Ebbene le varie produzioni pagano con ritardo sicchè, nel mese di febbraio ho potuto versare quelli relativi a gennaio e, di conseguenza, a marzo verserò quelli di febbraio. Sono dell'idea che nessuna reale giustificazione può addursi ai colpi di artiglieria sparati se non quello di avere carattere persecutorio. SIC!! Evidentemente, alla "santa", non basta che i miei genitori, ben sopportando l'assegnazione della (loro) casa ai nipoti ma sofferenti della sua occupazione da parte di quest'ultima, provvedano a pagarle l'ICI e l'acqua. Ora, ammmettendo che quando la (loro) casa era occupata da me, quelle liberalità potevano essere giustificate, non si vede il motivo per cui odiernamente, dette liberalità, devono continuare a beneficio di essa.
Napoleon "santa" provveda a ricaricare il mortaio! Eviterà, di certo, di farsi trovare impreparata alla prossima occasione. La pseudo-trincea che, oniricamente, immagina dev'essere distrutta! La (sua) giustizia deve trionfare! Ma a che costi? Questo se l'è chiesto?
Mi viene in mente un parallelo con "Il deserto dei Tartari" di Buzzati. Una fortezza posta ai margini di un deserto - il deserto dei tartari appunto - preparata a combattere, posta ad avamposto di fronte ad un nemico che non si appalesa mai. Quasi fosse inesistente. Alla lunga della fortezza, una volta baluardo difensivo, nessuno se ne rammenterà l'esistenza. L'esercito che si aspettava la "santa" è inesistente, ed ha scelto di tenere un profilo basso e, soprattutto, si considera rispettoso nei confronti dei miei gioielli. Veda, "santa madre", dopo l'incontro con loro presso il consultorio (13/02/2009) è ancora maggiormente invalsa in me la consapevolezza che essi siano usati, incolpevolmente, come fantaccini da prima linea. Non posso che esprimerLe il mio ribrezzo per questo.
Muoiano i Filistei di Sansone. Sansone resti in vita però. Almeno gli "alimenti" li passerà.
Mi permetto di rispondere in forma pubblica ad alcuni messaggi elettronici che mi sono pervenuti da alcuni lettori. Ringrazio, innanzitutto, della solidarietà espressami ma, devo, comunque puntualizzare alcune cose. Questo blog mi serve per fissare i miei pensieri ed, a tratti, a parlare ai miei figli. Ammetto che è una forma dura di dare informazioni, ma, reputo che sia la mia forma ideale di dialogo. Non credo che esista un metodo univoco di dare educazione ai propri figli, così come non esiste chi è già genitore prima di esserlo effettivamente. Io il genitore lo faccio così. Chi può dire se questo sia un metodo giusto o sbagliato? Sono un genitore e, come tale, mi sento di affrontare l'educazione dei miei figli in questa maniera. Il comunicare loro che gli voglio bene, che aspetto il momento di ricominciare a sorridere assieme a loro lo affido agli (svarati) sms che inoltro. Qui intendo continuare il mio ruolo di educatore alla mia maniera. Abbiate pazienza
Papà. Per Sempre.

giovedì 26 febbraio 2009

Allibito! Poco, ma, allibito.

Vorrei invitarVi a vedere questo video http://www.youtube.com/watch?v=E6h4-2zCS0c .
Esso parla da solo. E' solo un padre che cerca di vedere il figlio! Spesso le complicità si elevano a livelli inimmaginabili. Anche allo scrivente, alcune volte, recandosi presso la Stazione dei Carabinieri o presso la Questura di Polizia per sporgere querela per l'inosservanza di disposizioni del Giudice, è stato oggetto di varie "raccomandazioni", bonarie per fortuna, al fine di convincerlo a porre desistenza dai suoi propositi. Mi piacerebbe sapere se la stessa perseveranza convincitiva sia stata adottata anche nei confronti della "santa madre" per le, svariate, querele inoltratemi. Ci tengo a sottolineare che le querele sono giuste, per carità. Non ho avuto la possibilità di essere costante nel versamento degli "alimenti". E' questa è una giusta causa! Peccato solo che lo stesso dispositivo Giudiziale stabilisca, non solo, la quantità onerosa degli "alimenti", ma, anche i tempi di frequentazione - minimi vista la L. 54/2006 - genitore-figli. Peccato che lo stesso dispositivo disponga, ai sensi della citata Legge, l'affido condiviso. Ma questo sono dettagli di nessun valore. E' importante anche sapere che la discontinuità nell'effettuare i versamenti non è dato da una effettiva volontà di sottrarsi a codesto obbligo. Essendo un libero professionista, iscritto ad un albo professionale, il mio lavoro si svolge sulla fiducia che si instaura col cliente. Ma detta fiducia crolla, inevitabilmente, allorquando, con premeditata freddezza criminale, il chiacchierio più bieco ed infondato - ora posso tranquillamente dirlo - messo in atto dalla "santa madre" & co., ha fatto il suo, trionfale, ingresso in questa storia. Per ritrovare una certa puntualità ho accettato anche di lavorare con un contratto a progetto aldifuori dei confini della mia regione natia. La crisi attuale ha fatto il resto. Ora, per sopperire a codesta situazione, mi sono convertito a diventare un animale notturno. Mi sono adattato a fare il vigilantes presso le unità esterne filmografiche. Dormo in macchina, ma ne sono felice. Se lo faccio per i miei gioielli sono felice! Anche se tale situazione non corrisponde alle mie, umane, aspirazioni. Nulla è dato sapere in ordine ad un'eventuale tentativo impiegatizio della "santa".
Vorrei segnalarVi un'ultima chicca. Quando siete oggetto di querela viene aperto un fascicolo d'indagine presso gli Uffici di Polizia presso la quale questa viene depositata. Bene, nonostante fedina pulita, vita tranquilla ed irreprensibilità Giudiziaria, recandovi presso gli stessi Uffici sarete trattati come i più incalliti delinquenti. Attenti genitori che reclamate i vostri diritti - per non parlare dei Diritti dei vostri Figli - la solidarietà può trasformarsi in Associazione a Delinquere. Hai visto mai?
Papà. Per sempre.

lunedì 23 febbraio 2009

Consultorio!

Il 13/02/2008, previo appuntamento concordato con la psicologa, in servizio presso il Consultorio della mia cittadina originaria, ho potuto (ri)avere il piacere, sublime in alcuni tratti, di poter - finalmente - riprovare il gusto di passare un di tempo con i miei due gioielli. In alcuni tratti, perché, pur essendo in una stanza chiusa il sapere che la loro "santa madre" era a pochi passi da loro e, che, in ogni momento, la porta si sarebbe potuta spalancare qualora la stessa "santa" si avvedesse della necessità di intervenire. In verità e per quanto ho potuto apprendere, leggendo qua e là su vari siti, alcuni psicologi che di PAS (Sindrome di Alienazione Parentale) ne conoscono ampiamente la portata, hanno come regola cardine "l'allontanamento" dell'altro genitore dal luogo ove si svolge l'incontro genitore(bersaglio)-figli. Le sensazioni più disparate si sono affollate nel cuore e nella mente. Dolcezza, comprensione, burberità, frustrazione ed ansia. Ovviamente anche commozione! Un'incontro che, segnato dalla presenza della "santa" nella sala d'attesa, come è facile arguire è stato difficile da sostenere. Difficile nello svolgimento. Tralasciando i convenevoli di rito, è ovvio oltre che naturale, che, per le occorrenze succedute negli ultimi due anni, gli abbia chiesto come mai non hanno mai risposto alle mie telefonate, ai miei sms, ed in generale, come mai non riusciamo più a stare insieme o stare insieme ai nonni o gli zii (di parte paterna. Ovviamente). Tralasciando, per la loro ovvia scontatezza, sulle risposte datemi in merito alle chiamate ed agli, svariati, sms, mi ha colpito la risposta in ordine alla seconda parte delle domande di cui sopra. La risposta, più che laconica e lapidaria, è stata: "Perché tu CI hai lasciato!". Procederò più in là ad una dissertazione su questo punto, ora, vorrei chiudere questa breve cronistoria. Visto che avevo loro riferito che ho voluto creare questo blog in cui parlavo di, e per, loro, atteso le vicissitudini che sono stato costretto a vivere (e di cui riporto in alcuni post precedenti), alla presenza della stessa psicologa, ho consegnato loro delle stampe degli interventi fino ad allora predisposti. "Voi sapete che io vi ho sempre parlato così, col cuore in mano, direttamente e senza peli sulla lingua. Questa è una copia del blog che vi avevo detto."
Dopo, e di questo ne ringrazio ampiamente la professionista in questione, la psicologa ha espedito vari tentativi di far capire ai miei gioielli che non vi sono motivi per cui gli incontri debbano svolgersi in quella struttura, che il padre non li abbandonati, che anche i nonni (paterni) hanno necessità di stare coi nipoti, ho preferito porre termine a questo incontro riscontrando una certa loro resistenza. Giulia, la più grandicella, al temine dell'incontro mi saluta con un laconico ciao, mentre Luca, il più piccolino, si avvicina e mi bacia sulla guancia.
"Perché tu CI hai lasciato!". Apro la dissertazione dovendo, a malincuore, ammettere che il "lavoro sporco" è stato compiuto. Tralasciando l'occorrenze che: la prospettiva di proporre separazione circolava da parecchio tempo; in effetti nell'ottobre del 2006 la "santa" ha provveduto a depositarne l'istanza, non mi sembra corretta la proporzione che si è instaurata. A parte di ogni discorso mi pare che il "Vostro padre CI vuole lasciare", detto in molte occasioni ai figli equivale al "Vostro figlio CI vuole lasciare" che la "santa" ha ripetuto ai miei genitori. Quel "CI" che vuol rappresentare? L'unitarietà fa la "santa" e i nostri figli? Quell'unitarietà che, fino alla emanazione della L. 54/2006, era sancita da ogni qualsiasi risoluzione giudiziaria come regola ferrea, retaggio di un'italietta matriarcale. Sappiamo che è dura spezzare convincimenti arcaici. Ma la legge è legge. Dura lex, sed lex! Ah, i romani ed il loro diritto! La 54/2006 ha stravolto questi vaneggiamenti. Solo che loro resistono. I, vari, "CI" saranno duri a morire. Purtroppo.
Non basta che le varie Corti di Cassazione stabiliscano, via via, l'uniformità di intendimenti ed azioni, nella applicazione precipua delle norme dettate dalla norma citata. Quello che, ne la legge ne la Corte, non riusciranno a scalfire sono i (gretti) credo di tutte le "sante madri", l'antidiluviana concezione che i figli gli "appartengano", la granitica perseveranza nel considerare i maschi come incapaci di curare i propri figli ed, in ultimo, la psicotica demenza espressa in quel senso di onnipotenza che le appaga, come e (certamente) meglio di un rapporto sessuale, quando riescono ad evitare gli incontri padre-figli. Magari sottraendosi ad un disposto giudiziario!
Ah, dimenticavo. Di tanto in tanto, quando i sensi di colpa attanagliano (eventualmente) le "sante madri", viene loro in soccorso il loro ramo familiare. Ricordo ancora "maga maghella", familiare della mia "santa madre", dirmi: "Fa bene a non farteli vedere", allorquando mi apprestavo a citofonare, tra l'altro inutilmente visto che la "santa" aveva già preso il volo, ai miei figli per intrattenermi con loro (e senza che io proferissi alcuna parola). "CI" è una particella nominale colla quale si mostra la propria incapacità di far fronte, con ragionevolezza e perizia, ad un evento i cui presupposti non erano recenti. La propria incoscienza nel negare la salvaguardia dei rapporti dei figli con l'altro genitore. E le stampe del blog? Appena concluso l'incontro presso il consultorio, e da questa sede a poca distanza - ma a stretta vicinanza dello studio del proprio avvocato -, i fogli erano già stati "consegnati" alle mani della "santa madre". Con l'occhialino a mezzo naso, ella, era intenta a scorrerne le frasi ivi impresse. Quasi (eufemismo puro) che cercasse qualcosa che gli desse la possibilità di soddisfare la sua sete di giustizia terrena. D'altronde, da tre anni, querula appigli, anche i più strampalati, su cui basare le sue verità. Provvederò ad inviarle le copie degli altri interventi effettuati. Magari l'ha trovata una buona lettura!
Ai miei gioielli voglio dire che li ho già perdonati. Anche se a loro non v'è nulla da perdonare. Io sarò qui, a braccia aperte, vi aspetto!
Papà. Per Sempre.
"Non credere a chi ti comanda, a chi ti punisce, a chi ti ammaestra, a chi ti insulta, a chi ti deride, a chi ti lusinga, a chi ti inganna, a chi ti disprezza. Essi non sanno che tu sei ancora un uomo libero", Marcello Bernardi
(p.s.. Il post è riferito alle mie vicende personali. Chiedo, sommessamente, scusa a tutte le "donne" che si sono impedite l'attuazione di queste forme di ricatto. Ma, e mi sia consentito dirlo, svariate associazioni e moltissimi siti internet, sono stati fondati, sono gestiti e sono frequentati da genitori le cui storie sono parallalelamente aderenti alla mia. Vorrà dire qualcosa no? E' il caso di affermare che non esiste un caso isolato ma un fenomeno di massa? E la "colpa" di chi è?)

mercoledì 18 febbraio 2009

Amaro in bocca!


Mi tocca sedere dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti sono occupati!

Papà. Per Sempre.

Tutto il mondo è paese!

Leggo quanto di seguito da SECOLO XIX.it.
La spezia, 18/02/2008.
"LUI le ha fatto trovare le valigie già pronte accanto alla porta e quando lei è arrivata le ha detto di prenderle e andarsene subito, su due piedi, ma prima di lasciare l’appartamento lei ci ha messo oltre due ore. In questo lasso di tempo è arrivata la polizia e la giovane donna ha dato vita a una sorta di telenovela, un teatrino dell’assurdo condito con battute salaci e caustiche sulla virilità del suo ex. Il tutto davanti agli allibiti agenti che, pur imbarazzati, non si sono lasciati coinvolgere nella baruffa verbale fra i due ex amanti.
Quando finisce un amore c’è chi mantiene aplomb e distacco e chi invece mette tutto in piazza, segreti e peccatucci compresi. Questa seconda versione è quella che ha seguito una donna di 33 anni di origini sudamericane. Quando è entrata nell’appartamento il suo compagno, uno spezzino di 36 anni, le ha indicato le valigie e la porta. Erano le 20.40 e lei non voleva abbandonare quello che era stato il loro nido d’amore. Proprio com’era capitato giorni fa ad una ragazza che era nelle sue stesse condizioni: lasciata dall’ex, proprietario della casa, e con la prospettiva di trascorrere (almeno) una sera in strada. Con l’aggravante che quella donna aveva anche un figlio. Così lui ha chiamato il 113, per farla cacciare. Lei allora ha detto che se ne sarebbe andata via, ma prima voleva controllare cosa avesse messo dentro le valige. Poi ha voluto aprire tutti i cassetti della casa per verificare se mancasse ancora qualcosa. Ci ha messo ore a compiere queste operazioni, trascorse in boccacceschi commenti sulla mascolinità sotto le lenzuola del suo ormai ex. Alla fine se n’è andata via lasciandogli le chiavi. Prima però, ha voluto il decoder di Sky, dicendo che quello lo aveva pagato lei. Chissà se lui sentirà più la mancanza della sua bella o dell’abbonamento per vedere Ibra, Del Piero o Kakà sul satellite."
Non c'è che dire. Tutto il mondo è paese! Però devo confessare una cosa. Almeno, la sudamericana protagonista della storiella sopra riportata, non ha visto i propri vestiti lanciarsi nel vuoto o essere oggetto di lanci di bottigliette varie. Già dimenticavo, nel mio caso, questi oggetti, di per sè inanimati, di colpo assumono vita autonoma.
Papà. Per Sempre.

lunedì 16 febbraio 2009

Ci risiamo!

Dal sito di Adiantum
Cassazione. Sanzione per l'avvocato che contravviene al divieto posto dal giudice di sentire i figli minori
Da "Diritto & Giustizia" - 11/02/2009
Confermata la sospensione per tre mesi ad un difensore che non è riuscito a provare la preparazione psico-pedagogica che gli avrebbe consentito di colloquiare con i figli dell'assistita senza dover sottostare alle limitazioni del Tribunale. Va sospeso dall'esercizio della professione, sia pur per tre mesi, l'avvocato che nel corso di un giudizio di separazione coniugale intrattiene colloqui con i figli minori della sua cliente, su questioni riguardanti la causa, contravvenendo alle specifiche restrizioni poste dal giudice in ordine alla loro frequentazione. Solo la prova - davanti all'organo disciplinare - di un'adeguata preparazione psico-pedagogica, che gli consentirebbe di superare i paletti posti dal magistrato a tutela dell'integrità psicologica dei minori, permetterebbe al difensore di sfuggire alla sanzione in esame. Così le Sezioni unite civili della Cassazione con la sentenza 2637/09 (qui leggibile come documento correlato), nel confermare lo stop alla professione inflitto ad un legale friulano dal Consiglio nazionale forense, hanno respinto le doglianze dell'avvocato secondo le quali il Cnf non avrebbe tenuto conto della situazione di necessità che lo aveva spinto a prendere contatti con i figli della sua assistita, al fine di verificare se davvero il padre li aveva sottoposti ai maltrattamenti denunciati dalla madre. Senza successo, infatti, il ricorrente si è rivolto a piazza Cavour per sostenere che le limitazioni poste dal giudice della causa a tutela dei minori non avrebbero potuto operare nei confronti del legale della madre, investito del mandato di difenderla anche con iniziative di carattere penale. Non solo, la motivazione del verdetto di condanna sarebbe viziata per non aver considerato che l'avvocato era dotato di cognizioni medico-psicologiche adeguate a consentirgli di parlare con i figli minorenni della sua cliente senza pregiudizio per il loro equilibrio psichico. Sul punto, la Suprema corte ha sottolineato che "nulla è indicato in ordine ai dati di fatto dai quali tale circostanza si sarebbe dovuta desumere, nel giudizio di merito, né in ordine al modo ed al tempo in cui, nel corso di quel giudizio, essa sarebbe stata dedotta e provata". Di conseguenza, non è consentito ravvisare in essa un fatto decisivo della controversia sul quale il giudice a quo avesse l'onere di formulare una specifica motivazione".

Io sono a conoscenza del fatto che i miei due gioielli sono entrati spessissimo - per non dire sempre - negli studi degli avvocati che si sono succeduti (ben tre nda) nella "difesa" della "Santa Madre" e (dimostratemi il contrario e son pronto a donarvi un rene) che volete che non siano stati "sentiti" da codesti professionisti? Ci sono entrati anche Venerdi scorso (13/02/2009) al termine dell'incontro organizzato dal Consultorio della mia cittadina d'origine. Ma costoro sono adeguati al ruolo che intendono ricoprire? Hanno adeguata informazione tecnico-psicologica-pedagogica? Non credo la abbiano. Credo, al contrario, che i loro "interventi" siano più mirati ad utilizzare, tutti e chiunque, a mò di fantaccini. Per la cavalleria si vedrà!
Sono anche a conoscenza, avendo sostenuto colloquio, che uno di questi ha rimproverato alla "Santa Madre", sua (ex) cliente l'occorrenza per cui, continuativamente, essa si recava con loro nei vari consulti. Riporto che il legale in parola ha "rinunciato" all'incarico per questo e per altri, più gravi, motivi.
Del Consultorio ne scriverò più tardi.
Papà. Per Sempre.

lunedì 9 febbraio 2009

Anche gli avvocati hanno un anima

L'ho letto e mi piace riportarvelo.
Da http://www.pensalibero.it/Dettaglio.asp?IDNotizia=3863 Tuesday, February 03, 2009
"IL SISTEMA CONTRO I CITTADINI (AFFIDAMENTO CONDIVISO INAPPLICATO)
Premetto che quanto andrò ad esporre è uno sfogo in quanto la vicenda avvenuta e di cui riferisco offende la mia personale sensibilità oltre che l’intelligenza, ma non si può dire che sia una svista del giudice perchè questo giudice fa “sistematicamente” così: ho almeno altri tre casi solo io, ed altri giudici si avvicinano a questo sistema anche se meno clamorosamente. Stiamo arrivando alla precettazione delle famiglie per decreto giudiziario, stiamo creando dei figli costretti a vivere come un giudice vuole: la copia sbiadita dei "figli della Repubblica" dell'antica Roma, ma almeno quelli erano orfani. Ritenevo che l'affidamento ad entrambi i genitori non dovesse risolversi in un affidamento al giudice. AVV. ELISABETTA BAVASSO Firenze AUTORIZZO E AUSPICO LA DIVULGAZIONE DI QUESTA LETTERA.
QUESTI I FATTI Fabio diventa padre all’età di 27 anni della piccola Flora, nata dal matrimonio con Samantha. La coppia si separa (la moglie confessa un tradimento e poi chiede la separazione). Fabio ha 29 anni, la piccola 18 mesi. Frastornato da tutta la vicenda Fabio firma una separazione consensuale nel quando ancora vigeva la precedente normativa. La bambina è affidata alla madre, il padre può tenerla con se un giorno feriale (questo fu il desiderio della madre). Perché non aveva esperienza di separazioni sic! Perché assistito debolmente, intimorito dal solito argomento della tenera età della bambina e dal “potere” materno Fabio firma. Fabio poi prende mano mano coscienza, vede e constata personalmente la sostanza di un rapporto padre-figlio e della funzione di genitore, comincia a cercare di realizzare anche nella quotidianità quello spazio di rapporto che gli consenta di “fare” il padre. Comincia la risalita difficile ed osteggiata dalla madre. Fa una richiesta di modifica delle condizioni di separazione al Tribunale di Firenze, perché ogni strumento di dialogo o di mediazione con la madre non sortiva risultati. Il Tribunale di Firenze con decreto del 2007 decide che la bambina riceva cura diretta dal padre stando presso di lui i finesettimana alternati dal sabato alla domenica sera ed il mercoledì con pernottamento fino al giovedì con riaccompagnamento a scuola. Questo mercoledì diventa quindi il giorno costante e fisso di ogni settimana, l’incontro con il padre anche nei giorni di scuola, l’unico giorno di accompagnamento a scuola, l’unico giorno in cui le maestre i compagni vedono all’ingresso il babbo di Flora. Maturano i tempi per il divorzio, Fabio ripropone alla madre una ulteriore progressione nella condivisione dei tempi di cura della figlia, basta che quel mercoledì non finisca con la mattina del giovedì ma con quella del venerdì per realizzare una piena condivisione, oppure che i giorni di 24 ore e non di dodici siano due e che, quindi Flora possa dormire dal padre anche un altro giorno in prosecuzione del pomeriggio. Ma la madre non accetta, Fabio presenta il ricorso per divorzio e chiede:- - -“ L’età di Flora, il naturale ampliamento degli ambiti della cura, che, col tempo andranno a riguardare sempre di più le sfere dell’educazione e della formazione e dell’apprendimento, rendono indispensabile un ampliamento del tempo effettivo di presenza e di intervento del padre. I tempi attuali risultano esigui e, frammentati in relazione alla continuità di alcuni interventi. [..] Conclude affinché sia fissata udienza per la comparizione personale dei coniugi innazi al Presidente e che il Tribunale: Pronunci lo scioglimento del matrimonio contratto tra il iscritto al n°xxx del registro matrimoni del comune di Firenze. Dichiari la figlia affidata ad entrambi i genitori. Disponga che la bambina abiti:- i fine settimana alternativamente uno col padre uno con la madre, comprendenti i pernottamenti di venerdì sabato e domenica - i giorni infrasettimanali di ciascuna settimana due col padre due con la madre, con pernottamento- metà delle festività natalizie e fine anno e Pasquali e metà della vacanze estive anche in due soluzioni con ciascuno dei genitori- che le spese siano sostenute direttamente da ciascun genitore, eventualmente con individuazione di settori, oltre naturalmente per ciascuno le spese di vitto, consumi ed ordinarie in relazione ai giorni di permanenza [..] ”- - -La madre si costituisce in causa e chiede che la permanenza della bambina col padre rimanga quella stabilita nella sentenza del 2007, con il mercoledì compreso il pernottamento ed i fine settimana alternati. Il Presidente convoca le parti le sente personalmente, da brevemente la parola agli avvocati, si riserva di decidere. Mercoledì mattina della scorsa settimana giunge agli studi degli avvocati via fax dalle cancellerie la copia dell’ordinanza del Presidente che stabilisce il pernottamento del mercoledi’ è sparito, i fine settimana sono il primo ed il terzo, non alternati, e cominciano dal venerdì c’è un secondo pomeriggio la settimana. Fabio Barzagli è diventato il padre dei giardinetti e delle visite, non accompagna mai la figlia a scuola, e comunque apprende dalla telefonata dell’avvocato la decisione mentre è in macchina con la bambina nel pomeriggio di mercoledì ed a rigore gli viene detto che deve riaccompagnare la figlia entro le 20 perché la decisione è immediatamente esecutiva. Non lo fa, non succede nulla, forse la madre non era informata, tenta con la madre un approccio di mediazione ma la madre non accetta rivendicando che il giudice aveva deciso per il bene della figlia; il mercoledì successivo 28 gennaio mentre la bambina già dormiva come di consueto a casa del padre arrivano i carabinieri entrano chiedendo della bambina, diffidano il padre ad adempiere ai provvedimenti riconsegnandola alla madre come prevede la decisione del giudice. Fabio si rifiuta, lo avvertono che sta compiendo un reato, egli se ne assume la responsabilità si allontanano, chissà forse torneranno mercoledì prossimo. Fabio ha proposto reclamo alla Corte d’Appello, deve essere fissata l’udienza. Che sistema è quello che impone da sentenza di Tribunale fino al giorno 21 che una figlia il mercoledì notte dorma col padre ed una settimana dopo, senza che sia accaduto niente nel frattempo e senza che neppure lo avesse chiesto la madre, una settimana dopo impone che la figlia NON dorma col padre il mercoledì notte. Che sistema è quello in cui i giudici devono decidere queste cose e che dovendole decidere decidono di fare di testa loro come se i figli fossero propri e senza considerare minimamente in quale contesto di delicati e faticosi equilibri questa loro decisione va a cadere. Che sistema è quello in cui se un giudice sbaglia con la stessa rapidità non si ripara. Che sistema è quello in cui carabinieri vanno armati alle nove di sera a casa di un onesto cittadino invece di convocarlo in un ufficio. Che sistema è quello in cui il mercoledì 28 gennaio è reato fare quello che il mercoledì 21 era obbligo fare. QUESTO E’ UN SISTEMA CHE FA IMPAZZIRE I CITTADINI E CHE ABITUA I CITTADINI ONESTI A NON OSSERVARE GLI ORDINI DI UN GIUDICE PER AVERE RISPETTO DI SE’. Questo è un sistema sovversivo dell’ordine e della legalità. AVV. ELISABETTA BAVASSO"
Non ho necessità di aggiungere altro a quanto riportato dalla professionista in questione. Che dire oltre a quanto detto da chi di queste questioni se ne occupa tutti i giorni?
Papà. Per sempre.

Scusate l'Assenza (2)

(continue from 5/02/2009)

Al lettore non sono in grado di dichiarare se i risvolti fossero per davvero inaspettati. Ma che fossero, quantomeno prevedili, questo sì che è sottoscrivibile. Il giorno 15/01/2009 l'Amico Avv.to che cura la mia separazione, mi partecipa che quella "santa Donna", la Madre dei miei due gioielli, ha proposto, presso il Tribunale dei Minorenni (di Taranto), ricorso, datato 12/12/2008, affinchè fosse dichiarata una grave pregiudizialità unita alla violazione e/o alla trascuratezza dei doveri ovvero all'abuso dei poteri con, precipua, richiesta di limitazione della potestà genitoriale. Che botta!
Ma per carità, quale botta e botta? Considerate le motivazioni (che esporrò dappresso) per cui si è avuto il ricorso, unite la preventiva richiesta di SIT alla Polizia Postale e potrete constatare direttamente che il tutto fa parte di un disegno, di un progetto (criminale) che ha origini il 23/10/2006, data in cui la stessa "santa Madre" ha, pensato bene, di ricorrere in Tribunale chiedendo l'addebito della separazione allo scrivente. Le motivazioni del ricorso al TdM? Un paio di sms e, sicuramente, una serie di (tentativi di) telefonate alla numerazione in uso, esclusivo, ai miei figli. Oltre ad una dichiarazione palesemente falsa di aver inviato un sms contenente minaccie! Falsa e tendenziosa, finanche. Falsa perchè nessun sms è stato inviato riportante il contenuto che si adduce nel ricorso, tendenziosa poichè ciò che viene lamentato è stato, prima detto a voce, e poi spiegato, alle parti tutte interessate, con dovizia di particolari. Dimostra così ed ancora una volta, la "santa Madre", l'uso bizzarro e personale dei fatti, facendosi portavoce delle proprie, distorte, deduzioni omettendo, con cura, di anticiparne le cause. Torno un'attimo indietro. Credo sia naturale che un padre cerchi di mettersi in contatto con i propri figli con qualunque mezzo egli abbia a disposizione, foss'anche un semplice tam tam. E se lo volesse fare, anche, attraverso questo blog? Un invito a leggerlo tramite sms può essere considerato come minaccia? O la minaccia - della loro integrità - per i miei figli passa attraverso l'uso, non propriamente cristallino, degli svariati (un paio di migliaia) sms a loro inviati dall'ottobre del 2006 fino ad adesso? E la "santa Madre" che ci fa colle stampe di questi sms inviati a numerazione a lei non in uso? Viola la privacy? Esercita, o no, un controllo genitoriale al limite del Grande Fratello di Orwelliana memoria? E lo stesso tipo di controllo lo effettua o meno quando, simil condor che cerchi carogne cui cibarsi, si piazza, nascostamente, nelle scale per intercettare quanto, io ed i mei figli, ci comunichiamo?
Per il momento chiudo qui il post, non prima di aver comunicato che il TdM, giustamente non ha riconosciuto elementi tali da intervenire in accoglimento delle richieste avanzate dalla "santa Madre", rinviando tutta la documentazione c/o il tribunale civile ove si discute della separazione, il quale, ai sensi della L. 54/06 può ad esso sostituirsi. Spero che l'on. Giudice adito, anche in base alla corposa documentazione relativa alle pratiche mobbistiche e PASsiane - messe in atto dalla santa Donna - riconosca il grave nocumento che queste pratiche procurano e il fine ultimo del progetto intrapreso dalla "santa".
Papà. Per sempre.