lunedì 21 dicembre 2009

Ufficiale.....

E' ufficiale.
Quanto riportavo nel precedente post circa le attenzioni delle Procure su questo blog, o comunque sul di lui contenuto annesso e connesso, si sono materializzate.
E' di oggi, infatti, il rinvio a giudizio dell'autore di queste nefandezze. Additato come perseguitore di un disegno criminoso da un brillante P.M. della Procura di Taranto.
A costui giungano i miei migliori auguri per le prossime festività.

Auspico allo stesso P.M. di poter scoprire che il cellulare ed internet, a volte, assumono carattere di mezzi che permettono, o cercano di instaurare, la sola comunicazione.

Non solo per il chiacchiericcio.
A volte i padri che vengono messi da parte cercano di telefonare ai propri figli per sapere, almeno, se stanno bene. A volte.
Homines, nihil agendo, agere consuescunt male. Nihil agendo, homines male agere discunt. (Gli uomini, non facendo nulla, si abituano a fare malamente. Non facendo nulla, gli uomini imparano a fare del male)
Papà. Per sempre.

mercoledì 9 dicembre 2009

Risposta!

Ben ritrovati!
Ritorno in questo mio spazio dopo un bel pò di tempo. Ciò, poichè, ho volutamente farlo trascorrere senza commenti di sorta che avrebbero potuto influenzare, più di quanto dovuto, l'attività del Giudice adito (dalla mia ex) nell'assumere le proprie determinazioni nella causa di separazione. O meglio, per dirla tutta, nel ricorso ex art. 709ter c.p.c. che ho proposto al Tribunale ove lo stesso Giudice presta servizio, atteso che, da ben due anni e mezzo non riesco ad incontrare i miei figli. Questo per mezzo di vari sotterfugi, attuazione sistematica di strategie volte a cancellare la figura dello scrivente padre ed elusione totale delle, varie, disposizioni dallo stesso Giudice emanate da parte della loro madre. Questo blog, finanche, è stato investito da indagini a cura della Polizia Postale (di Roma) e della Procura della Repubblica di Taranto. Così, alla stessa stregua, come molti messaggi, inviati sul cellulare in utilizzo ai miei figli e di fatto in possesso della loro madre, sono stati posti a base di un ricorso al Tribunale dei Minorenni di Taranto al fine di richiedere, ovviamente, la revoca della Patria Potestà del padre. Ricorso abbondantemente rigettato dallo stesso TdM. Infine, questo blog, è stato inoltrato, in copia, al Tribunale affinchè prendesse nota dei suoi contenuti. Mi rendo conto che, per alcuni, lamentare la pratica del lavaggio del cervello e quant'altro, da parte di alcuni genitori, sia una sorta di scudo, una sorta di scusante. Potrebbe essere. Non è possibile conoscere i risvolti di ogni caso. Nel mio caso, però, posso affermare con assoluta certezza che tali pratiche sono state riscontrate dal Dirigente del Servizio di Consultorio Familiare (una psicologa che si occupa di minori) e dallo stesso Giudice (il quale ha anche audito i miei figli). Allo stato attuale, dopo ben due dispositivi che il Giudice adito ordinava, perentoriamente, di eseguire il dispositivo d'urgenza nelle parti in cui esso dispone circa il diritto di visita a questo genitore, lo stesso si è riservata, definitivamente, la decisione sul merito.
Ma veniamo al dunque. Il 18 ottobre di quest'anno, al mio articolo "
Accomodamenti", ricevevo le osservazioni da giosla a cui promettevo di risponderle compiutamente.
Ritengo giusto ed oltremodo corretto rispondere al commento in questione con il seguente intervento. Giola le consiglio, vivamente, di leggersi il
Manifesto di questo blog.
Potrà rendersi conto, autonomamente, che non intendo alimentare in nessuma maniera con i miei scritti quella, infinita, querelle sulla, presunta, predominanza dell'educazione impartita da un genitore rispetto all'altro. E' tutta da dimostrare ogni siffatta evenienza. Finanche nel nucleo familiare vi sono differenti scelte riguardo alla loro educazione. Concorderà con me che, spesso, essa è frutto di infiniti patteggiamenti, tregue, accondiscendenze e spallucce varie fra i coniugi. Spesso queste scelte non ricalcano quelle dei figli ma, attendono più spesso di quanto si creda, alle aspirazioni di uno dei genitori. E che dire poi se accanto ad uno dei genitori si accalcano anche suoi parenti? Ogni, superfluo, commento lo lascio fare ad ogni lettore poichè fiumi, anzi oceani, d'inchiostro è stato scritto su questo argomento.
Esiste, quindi, nella coppia - e di questo intendo parlare - un punto d'equilibrio tale che nel, presunto, interesse dei figli dev'essere ricercato! Ma lo stesso punto d'equilibrio dev'essere, altrettanto, ricercato nel caso in cui la coppia si separi? Sicuramente si! Questo poichè, continuo a credere, che si può smettere di essere coniugi ma non si può terminare di essere genitori.
Voglio ammettere che il legislatore abbia voluto "sperimentare", con l'introduzione della Legge 54/2006 (cd. affido condiviso) se i separandi, privati della abominevole pratica dell'affido monogenitoriale, continuassero a ricercare quel punto d'equilibrio che, antecedentemente alla separazione, riuscivano a trovare. Concordo con lo stesso legislatore - e con i diversi osservatori sulla applicazione della 54/2006 - che, per alcuni genitori, l'affido condiviso non è altro che un affido monogenitoriale rinverdito solo nella sua definizione. Questo si è potuto attuare anche in concomitanza con un netto rigetto da parte degli organi preposti - Polizia, Carabinieri ecc. - ad intervenire quando ad essi si è fatto ricorso.
Posso, senza tema di smentita e solo nel mio caso, affermare che in costanza di genitore affidatario condiviso ex L.54/06, ogni volta che mi sono rivolto agli Organi preposti in parola, questi, accampando mille scusanti, non sono intervenuti.
Eppure la legislazione vigente in Italia, finanche la Legge 54/2006, resta perfettamente valida a giustificazione del loro intervento. Eppure un dispositivo del Giudice dev'essere, a richiesta dell'interessato, attuato, seppur forzatamente, anche tramite il loro intervento.
Sono d'accordo con lei, giola, quando afferma che la doppia residenza sarà lesiva per il bambino. Così come lo è il concetto che il bambino "ha diritto ad una significativa frequentazione dell'altro genitore e del di lui ramo familiare". Sono norme di antica, e corrotta, concezione. Si toglie, di punto in bianco, il, sacrosanto, "diritto" ad uno dei genitori di:
1) poter "spostare" la propria frustrazione sui figli;
2) poter far ricadere sui figli la propria incapacità di affrontare questa nuova situazione;
3) poter additare l'altro genitore come autore principale del disagio dei figli;
4) poter indicare come modello di comportamento errato l'altro genitore ai figli;
5) poter additare come modello diseducativo lo stile di vita dell'altro genitore, che magari s'è "rifatto una vita", ai propri figli;
6) potersi additare quale martire, di fronte ai figli, raccontando le vicissitudini legali che subisce sottacendo le proprie azioni legali intraprese;
7) poter gongolare beatamente allorquando i figli, debitamente indrottinati, evitino, perfino, di salutare l'altro genitore;
8) ecc. ecc..
Non capiscono, insomma, questi legislatori, novelli "Montessori's Boys", che anni ed anni di incontrastato silenzio-assenso non possono essere spazzati come il pavimento di una cucina sporca. Meglio mettere la polvere sotto il tappeto. E pazienza, se col tempo, al centro, si forma una montagnola. Ci mettiamo il tavolo su che tanto lo copre alla vista.
Sono convinto che una fattiva applicazione del passaggio legislativo che impone la "significativa frequentazione dell'altro genitore e del di lui ramo familiare" - ex L.54/06 -, escludesse, a priori, ogni successivo intervento del legislatore stesso.
Ciò che il legislatore ha voluto come norma principe, e non residuale, dovendo considerare la mole di misure sanzionatrici, si è dovuta scontrare - più che confrontare - con la resistenza di una parte della società civile basata su concetti arcaici, prosaici e "nulla evoluzionisti".
Di converso mancando, quotidianamente, l’applicazione delle anzidette norme cardine, è la stessa società civile – associazionismi, magistrati e psicologici – ad invocare che il legislatore adotti norme, anche più stringenti, per ovviare ai bisogni di una parte della stessa società. Nulla di scandaloso, quindi, se lo stesso legislatore, messo all’angolo dalla stessa società, si adoperi a mettere in campo altri strumenti, magari, più coercitivi rispetto a quanto già dallo stesso emanato. E’ una anomalia tutta italica questa. Leggi, norme e decreti che sostituiscono, integrano od abrogano precedenti determinazioni. Ma la società civile quanto pesa in queste scelte? E’ fuori di ogni ragionevole dubbio che è pensiero comune italico che “fatta la legge, trovato l’inganno”. Come è altrettanto comune l’idea che è sempre il legislatore a sbagliare e mai, dico mai, la società. E’ insofferenza alle regole; è insofferenza a ciò che viene imposto. Si è mai chiesta, giola, o ha mai effettuato una ricerca in internet per verificare la corretta applicazione della legge in questione? Io credo di no. Avrebbe sicuramente osservato che nonostante codesta legge i tribunali sono intasati di ricorsi ex art. 709ter – collegato L.54/06 – inerenti le molteplici elusioni dei provvedimenti Giudiziali da parte di alcuni genitori affidatari – pazienza se la maggior parte dei casi sono lamentati da Uomini – in cui si contesta il mancato esercizio del diritto di visita. Orbene, se “l’elevato senso di responsabilità” che lei cita nel suo commento, fosse stato davvero messo in campo, crede che ci sarebbe stata possibilità dell’intervento, odierno, del legislatore? Io credo che è pacifico osservare che, nelle more, se la L.54/06 avesse “funzionato”, ci sarebbero state pochissime probabilità di ricorrere ad ulteriore legiferazione. D’altronde, era insito nelle norme della legge in questione, che i genitori assumessero un ruolo più responsabile di fronte ai figli.
Non nascondo neanche al lettore di pensare che il legislatore, enucleando i concetti a base dell’affido condiviso, contasse di diminuire l’affollamento dei Tribunali. A sostegno di questo presupposto ricordo che al Giudice è demandato la soluzione di controversie qualora, i genitori separandi ed affidatari, non si trovassero in accordo su questioni che esulino dalla normale amministrazione. Ben venga, quindi, l’imposizione dell’obbligo di “servirsi” dei consultori per i genitori in perenne stato bellicoso. Sono certo, per personale esperienza, che le mediazioni che questo Servizio offrirà, ed offre sin d’ora, contribuirà a porre dei limiti alle vanità, ai personalismi, ai vittimismi di facciata ed ai vaneggiamenti dei genitori che si sentono “padroni” dei figli.
Dovrà convenire con me, che è fuori di ogni dubbio, che la responsabilità così ottenuta è illogica ed è cosa alquanto buffa. Non le sottacio neanche che una siffatta situazione rappresenta un limite all’amor proprio, una ferità alla propria identità, un colpo grave alla propria autostima, il suicidio della propria dignità. La responsabilità dell’essere genitori non si acquisisce per intervento del legislatore, questo è assodato, dovrebbe essere già insita nei coniugi. Sul perché questo senso di responsabilità viene perso, da parte di alcuni genitori, al momento della separazione è un mistero su cui si sta investigando.
In merito al secondo punto del commento debbo contestarle, immediatamente, che non è provato la fondamentalità della presenza di un solo genitore per formare figli che abbiano caratteri sicuri e fiduciosi. E’ provato, al contrario, che la presenza, fattiva, dei genitori esclusi concorre ad ottenere questo obiettivo. Datosi che sono un padre a cui viene negato, da ormai tre anni, ogni contatto con i propri figli, mi sembra opportuno rammentare che alcuni studi hanno messo in risalto che la figura paterna – definita di riferimento – contribuisca a conferire molti più lati positivi che negativi. Non starò qui a snoccialore dati su dati. Non è mio compito principale contestare affermazioni prive di logicità con tabelle e grafici. Basta un motore di ricerca e le keywords adatte. Mi creda, giola, le si aprirà un mondo davanti i cui confini le saranno certamente ignoti. Privando i figli di una figura essenziale qual è quella dell’altro genitore, mi sia consentito affermare, si commette un crimine ben più grave di mancare, saltuariamente, all’appuntamento col mantenimento. Si infrange una Legge Morale, innanzitutto, e si infrange la Carta dei Diritti del Bambino, documento cardine universalmente riconosciuto. Si infrangono le aspettative dei figli; aspettative che per quanto possa essere forte il condizionamento imposto da uno dei genitori, rimangono forti e radicati negli stessi. Hanno ancora, nonostante tutto, proprietà dei ricordi. E questo basta a far sì che in fondo ai loro occhi si possa leggere tutta l’amarezza, tutta la tristezza, tutta la voglia di ricominciare. E’ questo quello che leggo in fondo agli occhi dei miei figli. E’ questo che, credo, leggano tutti i genitori che si trovano nella mia stessa condizione. Un solo genitore non allarga gli orizzonti, li restringe. Privare un genitore di continuare a fare il genitore, non solo ammazza psicologicamente e fisicamente quest’ultimo ma, contribuisce a minare l’identità dei figli. Si crede di annullare un genitore ma in effetti si annullano i figli. Una tragedia immane! Un killeraggio da sciacalli. Un retaggio culturale di infimo ordine sociale.
In ultimo vengo a contestarle in terzo punto. Su quali basi poggia la sua deduzione di disparità del livello di assistenza? Non è dato saperlo e, mi creda, mi astengo dal chiederglielo. Sono basi, sicuramente, che poggiano sui pilastri contenuti nel secondo punto innanzi trattato. Ma siamo sicuri che stando magari con un genitore che con un altro il livello di assistenza sia differente? Ma siamo sicuri che un genitore che possa offrire ai propri figli un maglioni più, ad esempio, costituisca un “pericolo” per l’altro genitore? Sicuramente sì, se l’altro genitore, non ha la dignità di ammettere la propria impossibilità a far fronte ad alcune richieste. E’ anche questa la responsabilità che devono avere i genitori nell’educare i propri figli. E’ la responsabilità di sapersi relazionare anche con il mondo esterno. E’ altrettanto responsabile, credo, comunicare ai propri figli l’impossibilità di effettuare spese che sono fuori dalla nostra portata. Questo comportamento, costituirà di sicuro, un fondamentale lato positivo nel forgiarne il carattere. Una reminescenza che tornerà utile quando costoro si troveranno immersi nella società adulta. Una pietra di paragone fondamentale nel loro bagaglio. Quanto ai freddi calcoli matematici, beh, che dire? Si riduce tutto a questo vero giola? Non ha importanza regalare, o far regalare, ai propri figli serenità, assistenza, comprensione, amore, rimbrotti, consigli, esperienza, dialettica, confronto, sicurezza e presenza, ha importanza calcolarne – con precisione matematica – il relativo prezzo. Basta che qualcuno paghi, in ultimi termini, poi si vedrà.
Sono convinto, estremamente convinto, che le necessità dei figli siano altre rispetto alle sole necessità economiche. E fin quando, ci saranno genitori che la penseranno come lei, giola, il “sistema” non cambierà. Gli unici a rimetterci, non economicamente però, sono i figli. Continuate pure a farvi i conti in tasca, a fare prigionieri per la vostra battaglia. Chi non si ha rispetto per il frutto da lui creato, non ha rispetto per se stesso. Incontrovertibile verità.
Quanto precede è stato rilevato leggendo, e rileggendo, il suo commento giola. Sono convinto del carattere “femminista” (post vetero gielo risparmio) che ha usato nello scrivere tali considerazioni. Mi dispiace ma questo blog tutto vuole essere tranne che un mezzo atto a scatenare “guerre” fra i due Universi di questo mondo (Manifesto del Blog), e mi astengo a porre il fianco a questa tattica. Ogni azione dovrebbe essere dettata dal buon senso, sia che la guardi da parte dell’Universo Maschile che da quello Femminile, ma questo, viene fatto mancare in più di una occasione. Nel caso di separazioni e divorzi, tranne pochi rarissimi casi, esso, il buon senso, è solo un concetto astratto, di cui, pochi, se ne rammentano la reale sostanza. Riportare tutto al buon senso non può che giovare a tutti, a noi stessi in primis.

Papà. Per sempre. (con riserva di modifiche)
correzione X XII MMIX