mercoledì 26 novembre 2008

Serenità!

Eccomi di nuovo qui. L'ultima settimana ho curato poco questo spazio. Ma si sa. Non è un impegno politico-sociale. E' un diario di bordo dove, di tanto in tanto, provo a cristallizzare i miei pensieri quasi che, non so per quale strana meccanica, rileggere gli stessi pensieri mi consentano di scorgerne lati nascosti. Tra l'altro, L'enel, in questi giorni di intensa pioggia, non mi consentiva di farlo serenamente per via di una certa frequenza di mancanza di corrente elettrica. Non sono abituato a scrivere a più riprese perchè ciò infarcirebbe, di analisi devianti e deviate e di una indefinita quantità di sliding-doors parassitiche, il suo svolgersi. Ho, fra l'altro, (ri)sentito riacutizzarsi uno stato depressivo (in forma lieve eh!) legato alla mia storia personale. Ciò a seguito dell'avvenuta conferma che la mia adorata figlia maggiore un mese fa, circa, ha ricevuto la Cresima. Ciò senza che qualcuno (eufenismo puro e duro) si ponesse il problema se era il caso, o meno, di avvisare di tanto il padre. Semplice! Il problema non se lo è posto per nulla.
Papà. Per sempre.

(post scritto in data 26 novembre 2008; pubblicato in data 05 febbraio 2009
)


giovedì 13 novembre 2008

madonna!!

Ho apprezzato leggere il Corriere della Sera nella sua edizione di Mercoledì 12 Novembre. Non tanto per le funeste vicissitudini attuali legate al mondo della politica o del mercato finanziario, ma bensì, perché dedica una pagina - e dico una pagina - alle cronache del divorzio madonna(Ciccone)-Ritchie. Una pagina per descrivere, nientepopodimenoche, alcuni risvolti - che di vaneggiamenti ne assumono il carattere - circa le regole per poter vedere i minori Rocco e David. Li riassume in 12 punti - basilari - riuscendo laddove Altri si sono fermati prima. Per vedere i figli, Ritchie, dovrà osservare quanto segue: 1) Niente televisione, giornali, riviste e dvd; 2) Devono mangiare vegetariano e macrobiotico, con soli alimenti biologici; 3) Possono bere solo l'acqua autorizzata dal culto della Kabbalah (proveniente da sorgenti di montagna, benedetta dai leader della setta di cui madonna è seguace); 4) Possono solo indossare i vestiti di cui madonna ha riempito le valigie; 5) I bambini devono lavarsi le mani col disinfettante ogni volta che rientrano a casa; 6) La madre deve poter chiamare al telefono i bambini tre-quattro volte al giorno, nelle ore stabilite dalla cantante; 7) I ragazzi non devono conoscere i nuovi amici di Guy, e specialmente non debbono passare del tempo con eventuali amiche conosciute dal padre dopo la separazione; 8) Non esagerare con la frequentazione dei nonni paterni; 9) Niente foto di Rocco e David con Guy (che deve farsi carico di un sistema di sicurezza che metta lui e i figli al riparo dell'invadenza dei paparazzi); 10) Prima di andare a dormire, Guy deve leggere a David delle fiabe tratte rigorosamente dal libro scritto da madonna, "English Rose"; 11) Niente giocattoli eticamente discutibili; 12) Guy non deve parlare mai in nessun caso con i figli della separazione con madonna.
Che dire? Disarmante nella sua pazzesca semplicità potrebbe rappresentare l'essenza incarnata dallo star system?. Invece no! E' talmente aderente alla realtà che essa è la summa dei vari vaneggiamenti attinenti a queste situazioni. Ancora una volta mi viene da chiedermi se è possibile che un genitore possa ragionare in questi termini. Anzi me lo chiedo proprio. Ma un genitore può essere così folle da imporre queste cose?
Mi sia consentito trasgredire un dalle argomentazioni che segnano gli sviluppi di questo, personale, blog, entrando nel terreno della polita italiana.
Sempre dal Corriere della Sera apprendo che, il nostro Presidente de Consiglio dallo stesso giornale intervistato, ha stretto accordi con Pechino e Mosca per l'impianto di una fabbrica di cemento, una di pneumatici ed una di elicotteri. Dalla lettura si denota che l'aggettivo nostra è stato omesso volontariamente, in modo che il lettore lo leghi, subcosciamente, al filo del discorso. Che sottigliezza!
Ma nostre in che senso? Nel senso che ci lavoreranno operai italiani? O nostre va inteso come di proprietà di aziende italiane? Ma questa, tecnicamente, non è detta dislocazione? La qual cosa equivale a fabbrica con bandiera italiana e manodopera, a basso costo, del posto. Ma in termini di PIL, occupazione e pensioni cosa ci ricaviamo?
Potrebbe essere che Colaninno e Sabelli, fondando la Cai, hanno promesso al Presidente del Consiglio di trasportare la manodopera italiana nelle nuove fabbriche? Forse Air France non era disposta a tanto! Si apre una nuova epopea di pendolarismo aereo?
O semplicemente adopera il suo prestigio internazionale per favorire Confindustria-Marcegalia?
Papà. Per sempre.

lunedì 10 novembre 2008

Ma Maometto è in ferie?

Scrivevo, appena quattro giorni fa, plaudendo alla Umanissima azione intrapresa dalla Procura Milanese, circa la difesa dei minori interessati da dinamiche di separazioni conflittuali, e già il 6 novembre 2008 (giorno di realizzazione di questo blog), un Tribunale del Varesotto mi remava contro. E' notizia rilevata stamane dal sito di ADIANTUM che il Tribunale Penale di Varese, nell'udienza del 5 Novembre ha, praticamente, sancito l'impunibilità del genitore (segnatamente un madre) che volontariamente aveva negato al figlio di relazionarsi con l'altro genitore.
Negli atti presentati al Giudizio del Magistrato Dott.ssa Angela Minerva, si descrivono ben 26 episodi di mancata visita (incluso il periodo di ferie estive). Da quanto si può apprendere dalla sua lettura si evince che, nonostante la rigida applicazione del più bieco buracraticismo - non è dato sapere il perché di due avvocati a rappresentare lo stesso oggetto di causa -, la barriera deformata e deformante del pensiero secondo cui le "assenze strategiche" servano a preservare l'integrità fisico - psichica dei figli non ravvisandovi, tra l'altro, il dolo nel compire tale scempio. Non ravvisare il dolo equivale a non riconoscere alcun diritto alla parte che subisce questa azione e, quindi, non riconoscere nessun danno al minore (in questione) ai sensi dei vigenti regolamenti e leggi. Eppure lo stesso Tribunale si era distinto nella sua precedente azione, quella di ammettere la costituzione di parte civile del figlio, tanto da meritarsi un plauso da tutti gli organismi che ruotano intorno al, variegato, mondo delle separazioni.
Evidentemente, il Tribunale di Varese intende aprire una nuova breccia - in un contesto di mancanza di muri di cinta - nella quale si faccia forte la deduzione "andate avanti! potete ancora usarlo/i come merce/i di scambio!".
Anacronisticamente, poco però, dal luogo deputato alla amministrazione della Giustizia arriva un nuovo(?) messaggio. I genitori che intendono precludere ai propri figli di relazionarsi con l'altro genitore, dovranno, semplicemente, assentarsi durante gli orari stabiliti dal Giudice. Ciò gli comporterà, in automatico, l'immissione nella categoria dei genitori impunibili, incentivati perciò, a comportamenti (s)corretti confidando, di fatto, nella loro sostanziale impunibilità. Senza porre accenno sulla Sindrome di Alienazione Parentale. Ma questa è un'altra storia.
Cercherò di tenermi aperto a novità attinenti il caso in questione.
La questione senza risposta? Vi servo subito.
Atteso che la società civile spinge onde ottenere maggiore perequazione (di fatto) fra madri e padri; molti operatori sociali descrivano la continuità relazionale come il vero "elisir" per l'integrità fisico-psichica dei figli; una legge - ancorché da rifinire in alcune parti essenziali - stabilisca, di fatto, una bigenitorialità intrinseca; vi siano nel pianeta più voci, eminenti, circa la necessità di ed i diritti degli Uomini, perché si deve assistere ancora ad azioni, scellerate, come queste? Il Giudice in questione sarà una zitellona o è una che ha il domestico filippino cui affidare il/i figlio/i? Fra le ricerche effettuate sembra che al Ministero di Grazia e Giustizia giace un fascicolo, abbastanza corposo, sulle malefatte del Tribunale in questione. Speriamo che almeno tale organo si dimostri scevro da ogni qualsiasi influenza. Visto che le montagne si possono demolire, Maometto, è in ferie?
Intanto il povero padre deve far fronte a due parcelle anzichè una!
Papà. Per sempre.

venerdì 7 novembre 2008

Maltratta.. che?

Durante il mio peregrinare in internet intento alla lettura dei quotidiani nazionali, mi sono imbattuto, oggi, in una notizia che solo uno di questi ha riportato. La riporto di seguito.
MILANO Liti davanti al figlio? «Maltrattamento». Chiesto il rinvio a giudizio per due genitori in fase di separazione: «Hanno causato sofferenza al bambino» Il papà e la mamma che litigano sotto gli occhi del figlio «attribuendosi reciprocamente la responsabilità della separazione coniugale con conseguente sfaldamento familiare», e «imputandosi a vicenda insufficienze e errori educativi nei confronti del figlio» fino a «screditare e svalutare l'altra figura genitoriale innanzi al minore», già solo con questo comportamento incorrono nel reato di «maltrattamento» del figlio per la «sofferenza psicologica cagionatagli»: è la valutazione, senza precedenti, in base alla quale la Procura di Milano chiede il rinvio a giudizio di due genitori, in fase di separazione e divorzio, proprio per l'ipotesi di «maltrattamento»..... omissis .... La rilevanza del caso giudiziario è proporzionale alla sua assoluta ordinarietà e, dunque, al suo potenziale riverbero su chissà quante altre situazioni analoghe. Non è, infatti, che i due coniugi in lite picchiassero il figlio o lo ingiuriassero: al contrario, erano marito e moglie assolutamente «normali» nel litigare all’interno di una coppia ormai «scoppiata». Ma il pool «reati contro soggetti deboli» della Procura, coordinato dal pm Marco Ghezzi, sulla scorta di una consulenza affidata alla psicologa Dalla Rosa, ha ritenuto di tentare di aprire una strada sinora mai battuta: il processo ai genitori quali artefici nel figlio di «sofferenza psicologica». Anni di contrasti in famiglia sono innegabili, obietta l’avvocato Piero Caprera che difende la madre, «ma nella contestazione proposta dal pm Antonio Sangermano non credo sia ravvisabile l’elemento del dolo»: i genitori non litigavano «per» fare del male al figlio, è l’argomentazione difensiva. E se non c’è dolo, per la difesa neppure è immaginabile una «negligenza» nella coppia che si separa, perché altrimenti essa dovrebbe essere contestata (secondo la difesa) al 90% di chi si lascia tra liti, strepiti e lacrime davanti ai figli.
Il tenore dell’imputazione, non priva del rischio anche di una non tenuta in Tribunale, sembra però proprio voler prendere le misure al conclamato vezzo, sempre più ricorrente nella quotidianità dei tribunali, di strumentalizzare i figli da parte di genitori in rotta tra loro. Padre e madre, secondo l’accusa, «alla presenza del figlio minore si sono assunti gravi responsabilità idonee a minare la credibilità di ciascun genitore», hanno «confuso e proiettato al figlio i propri reciproci sentimenti e in particolare la rabbia, in modo da inoculare nel bambino la convinzione che ciascuno dei suoi genitori odiasse l’altro». E nonostante la consapevolezza progressivamente acquisita delle problematiche psicologiche indotte nel figlio dai loro litigi («tanto che il minore riferiva di sentirsi male quando i genitori litigavano o di essere dilaniato dal conflitto genitoriale»), padre e madre avrebbero ugualmente «attuato manipolazioni induttive e strumentalizzato il minore al fine di accattivarsene la disponibilità a favorire soluzioni di affidamento rispettivamente convenienti».
Luigi Ferrarella 07 novembre 2008 - Corriere della Sera
Plaudo, favorevolmente, a codesta iniziativa. Non foss'altro che è possibile assimilarlo ad un sintomo, tutt'altro che deprecabile, che anche i Tribunali Italiani si attuino a muoversi a favore di una, più che corretta, politica incentrata maggiormente sulle necessità di salvaguardia dei minori. Plaudiremo, finalmente, ad un Italia che rispecchia nei Tribunali quelle che sono le necessità civili, sia sotto i profili formali rappresentate dalle Leggi dello Stato, sia sotto il profilo delle "necessità" dei cittadini?
Gran forza di questo nuovo atteggiamento va, sicuramente, ascritto alla legge 54/2006 (Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli). Ma altrettanta forza va ascritta anche alla spinta verticale esercitata della società civile. Società civile che si appalesa con le attenzioni rivolte dai media ai problemi legati alle separazioni/divorzi, ai molti forum sorti per denunciare queste necessità, alle associazioni di genitori che si sono costituite in tal proposito. Un unico trait d'union, credo, accomuna queste spinte. La salvaguardia dell'integrità fisico-emotiva dei figli da qualunque pericolo e da qualunque parte esso provenga.
Certe volte, sottrarsi ad una litigata non vuol dire evitare il confronto o lo scontro, può voler rappresentare la dignità di sottrarsi ad essa per evitare una, deplorevole, gogna con unici spettatori i nostri/vostri figli.
E' quello che ha cercato di fare vostro padre Angioletti mei.
Papà. Per sempre.

Mi Sono Deciso.....

Si! Ebbene sì! Mi sono deciso!

Mi sono deciso di raccontarmi e di raccontare un periodo della mia vita - gli ultimi due anni -. Forse ai più non interesserà quello che avrò da scrivere. Anzi, sicuramente sarà così. Ho voluto questo spazio soprattutto per riuscire - forse - a farmi comprendere dai miei due gioiellini. Per farmi sentire ancora più presente da loro. Non sarà un'atto di accusa o la succursale di un tribunale. Non penso che sia la sede più adatta per questo tipo di discussione. Ma ritengo che la pubblicazione di documenti possa essere uno stimolo in più per abbattere le barriere che ci vogliono separati. Per far crollare credenze che, inculcate a dovere, hanno minato la nostra reciproca fiducia. Azioni mirate a far interrompere, violentemente, ogni tipo di comunicazione relazionale. Devo confessarvi, angioletti miei, che il pensiero che siate voi - stante quanto dichiarato da altra parte - a non volermi "vedere" non mi sfiora manco la doppia punta del capello che ora si adagia sulla mia fronte. La circostanza per cui siamo arrivati a questo invece mi è chiara, com'è altrettanto chiara a molte altre parti. Ma di questo ne parleremo in seguito. Il sottotitolo di questo blog è: "domande senza risposte...". In ossequio a questo sottotitolo comincio a sottoporne una ai lettori. Chiarisco subito una cosa. E' un, simpatico, colloquio che ho letto da qualche parte in internet e che mi è rimasto in mente. Per cui non conosco nè l'autore nè chi lo, eventualmente, riportava.
Una donna, rivolgendosi ad un Giudice dice: "Non può consentire a quello di vedere mio figlio! Sono io che l'ho portanto in grembo per nove mesi, l'ho fatto nascere e crescere!". Di rimando quello così rispose: "Ma signor Giudice, se io metto una moneta nel distributore delle lattine di coca cola, la lattina che ne esce, è mia o della macchinetta?". Secondo voi?
Io credo che i figli non siano di nessuno. Sono solo nuovi venuti che vanno sostenuti nel loro ingresso e percorso del mondo. E non essere il terreno di scontro per le rivendicazioni più accidiose e stomachevoli.
Usati per ottenere vittorie di Pirro ad un prezzo esageratamente alto. L'allontanemento di un genitore - uno qualsiasi dei due - dai figli non è possibile consentirlo, non tanto perchè si calpesti l'altro genitore, ma perchè si calpestano i propri figli.
Proprio come novelle/i Medee.
Papà. Per sempre.